La popolarità di Felipe VI di Spagna al 74%. Mai così alta

 Per Felipe VI di Spagna, la fine dell'anno arriva con belle notizie. In un sondaggio di Metroscopia per il quotidiano digitale El Confidencial, realizzato a metà dicembre, il 74% degli spagnoli apprezza come il sovrano interpreta il suo ruolo. Si tratta di una percentuale mai raggiunta prima: nel 2018 il sostegno si fermava al 57%, l'anno scorso arrivava al 69%. Non è l'unico sondaggio favorevole alla monarchia spagnola uscito in questi giorni. Secondo la tv La Sexta, infatti, in caso di voto sulla forma dello Stato, il 54,3% sceglierebbe la monarchia, il 30% la repubblica; il dato si fa più interessante se si compara con il risultato di settembre alla stessa domanda: 34,3% per la monarchia contro 43,8% per la repubblica. 

Perché questo successo  per Felipe VI? Secondo El Confidencial, sono proprio gli attacchi alla sua figura da parte degli indipendentisti e da Unidas Podemos, alleata di Governo del PSOE, a rafforzare la figura del monarca: ""Ciò che più pesa sulla mente del pubblico in questo momento non è il dibattito sulla monarchia o sulla repubblica, ma il profondo distacco di una classe politica incapace di raggiungere ampi accordi", e la società potrebbe trovare nel Capo dello Ctato una figura neutra che dia stabilità" scrive il quotidiano, citando l'analisi di Metroscopia. 

A rendere interessante la ripresa della popolarità della Monarchia è il risultato tra gli elettori del PSOE: l'approvazione per Felipe raggiunge il 79%, ovvero segna la netta distanza tra i socialisti e gli alleati repubblicani, cosa che mette ulteriore pressione sul presidente Pedro Sánchez. Tra gli elettori di Unidas Podemos e gli indipendentisti il sostegno al Re crolla al 30%, mentre gli elettori di destra sono una roccia, il 90% approva Felipe. 

Netta anche la separazione tra istituzione e sovrani, cosa che invece i politici e alcuni media non hanno chiaro: il 60% degli intervistati ritiene che gli scandali di re Juan Carlos non mettano in discussione la Corona, ma il suo comportamento personale. E le misure prese da Felipe VI per smarcarsi dal padre (rifiuto della sua eredità e ritiro dell'appannaggio dai fondi pubblici assegnati dallo Stato) sono considerate adeguate dalla maggioranza degli intervistati, solo uno su tre, infatti, le ritiene troppo morbide. 

La conclusione è che né gli scandali di re Juan Carlos né gli attacchi dei repubblicani, dallo stesso Governo, scalfiscono la figura di Felipe VI, fino a ora irreprensibile nel comportamento pubblico e privato (mai un pettegolezzo sul suo matrimonio, mai una perplessità sullo stile di vita della Famiglia Reale). Anzi, in tempi procellosi come questi che la Spagna sta vivendo, un re così attaccato alla Costituzione, così discreto nelle scelte personali e così presente nei momenti più difficili del suo regno (non dimentichiamo le innumerevoli teleconferenze, praticamente quotidiane, durante il primo lockdown, sempre con la regina accanto, con tutti i settori della società spagnola e, subito dopo, il viaggio in tutte le Comunidades Autónomas, sempre con la regina, per conoscere la situazione e per promuovere il loro turismo) è la figura di riferimento a cui guardare. 

E c'è una conclusione da considerare valida un po' ovunque: non è chi fa più rumore che rappresenta la maggioranza dei cittadini. 


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Commenti

  1. Un po’ come l’omaggio di El Pais a Sergio Mattarella: nel caos di attacchi urlati e inconcludenti, lui resta il punto fermo che riconduce all’ordine

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    1. Anche per me. Poi rimane la questione pragmatica: "Chi voterei come Presidente della Repubblica? José Maria Aznar? Pablo Iglesias? Felipe Gonzalez? mi tengo Felipe VI" A me lo dicono spesso. E penso che una delle domande che dovrebbero farsi i politici repubblicani è com'è che la classe politica spagnola non sia riuscita a produrre un politico da contrapporre alla figura del Re per rendere credibile la Repubblica come alternativa alla Monarchia.

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