Trent'anni di Harald e Sonja di Norvegia sul trono

Trent'anni di regno, arrivati in uno dei momenti più complicati per la Norvegia: ieri re Harald, appena vaccinato contro il covid-19, insieme alla moglie Sonja, non ha potuto celebrare l'anniversario della sua ascesa al trono come avrebbe voluto, causa pandemia. Ma il Paese ha voluto celebrare lo stesso questo 83enne sovrano discreto, legato dalla gioventù alla stessa donna, padre gentile e paziente di due dei principi più inquieti d'Europa, Martha Louise, che parla con gli angeli, divorziata da uno scrittore ribelle e adesso fidanzata con uno sciamano statunitense, Haakon, che ha sdoganato le ragazze madri e che, contro tutti, ha trovato stabilità accanto alla moglie, formando con lei una famiglia solida e felice.


 
Salito al trono alla morte di uno dei re più amati, Olav V, Harald è riuscito ad accompagnare la Norvegia in questi anni inquieti, essendo una presenza costante nelle difficoltà, nei successi, nelle celebrazioni, nei momenti duri e choccanti, come gli attentati di Oslo e Utøya del 2011 o come questo terribile periodo di contagi da coronavirus, che sta mettendo a dura prova il nostro sistema economico e sociale, la nostra stessa capacità di sopportazione individuale. Sarà che avere un re, una persona che è sempre lì, dalla sua gioventù ai suoi anni più avanzati, dà una sorta di maggiore conforto? Non lo so, ma se è così, Harald è uno dei migliori interpreti di questa magia che si stabilisce tra un sovrano e il suo popolo. 

Suo è anche uno dei migliori discorsi mai pronunciati da un Capo di Stato sulla tolleranza e il diritto di cittadinanza, raccontandosi come il primo figlio di immigrati in Norvegia: "I norvegesi siete voi. I norvegesi siamo noi...la Norvegia è unita, è una, al paese appartengono tutti gli esseri umani che vi vivono per quanto diversi tra loro possano essere" ha detto "Sono norvegesi ragazze che amano altre ragazze,  ragazzi che amano altri ragazzi, e ragazze e ragazzi che si amano tra loro...i norvegesi credono in Dio, in Allah, in tutto o in nulla". E quindi il riferimento a se stesso: "Sono norvegesi anche coloro i quali sono venuti dall'Afghanistan o dal Pakistan, dalla Polonia, dalla Svezia, dalla Somalia e dalla Siria, immigrati da noi. Anche i miei nonni centodieci anni fa vennero qui emigrando dalla Danimarca e dall'Inghilterra. Non è sempre così facile dire da dove veniamo e quale è la nostra nazionalità. Ciò che chiamiamo casa nostra è il luogo dove è e batte il nostro cuore, e non sempre questo luogo è reperibile all'interno delle frontiere di un paese".  

Da dopo questo discorso, pronunciato nel 2016 e diventato immediatamente virale, ho sempre pensato che i norvegesi sono un popolo molto fortunato ad avere come re un uomo così aperto, tollerante, inclusivo, ambasciatore di una società che vuole dare a tutti un proprio posto nel mondo. 

Accanto a lui una donna, la regina Sonja, che è la prima regina plebea di Norvegia. Una delle prime donne piccolo-borghesi, figlia di un importante commerciante di Oslo, a sposare il suo principe. Anche lei, come tutte le aspiranti principesse di cinquant'anni fa, ha dovuto sopportare la lunga trafila imposta dal suocero vedovo e severo, ben dieci anni di relazione semi-clandestina, prima che Olav cedesse e accettasse una plebea accanto al futuro re. E l'anziano sovrano non ha mai dovuto pentirsi del consenso dato al matrimonio del suo erede. Sonja è stata una principessa brillante, assumendo su di sé il peso di tutti gli sguardi rivolti dai media alle principesse: il suo comportamento di moglie, madre e futura regina è stato irreprensibile, si è appassionata alle cause assegnatele, ha rappresentato il Paese con dignità e intelligenza. Salita al trono, è stata la prima regina della Norvegia dalla morte di Maud, nonna di Harald: la principessa Marta, morta di tumore pochi anni prima dell'ascesa di Olav, fu un'erede al trono amatissima, ma non divenne mai regina. E Sonja si è inventata il suo ruolo, ritagliandosi lo spazio tra arte, solidarietà, inquietudini personali, affetti familiari e doveri di rappresentanza. Continua a essere una donna affascinante, brillante rappresentante di una generazione di 80enni che hanno trovato il proprio posto nel mondo, si dividono tra i loro interessi, sanno invecchiare con un filo di divertimento e ironia, riescono a essere un punto di riferimento irrinunciabile anche per i giovanissimi (vedi il bel rapporto con tutte le nipoti ormai adolescenti, Ingrid Alexandra, futura regina, in primis). 

Da youtube, il bel riassunto dei trent'anni di trono di Harald e Sonja realizzato dalla Casa Reale. 


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Commenti

  1. Sono senza dubbio i miei preferiti. Credo che la Norvegia sia stata fortunata ad avere una coppia reale così bella. Peccato che il Covid ci abbia privato di una festa che sicuramente sarebbe stata nelle nostre corde, piena di diamanti e bei vestiti :(

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