Poco meno di un anno fa, nei primi giorni di gennaio 2020, i Duchi del Sussex annunciavano sul loro sito l'intenzione di fare un passo indietro come membri attivi della Famiglia Reale britannica e lavori extra con cui ottenere la propria indipendenza economica. L'annuncio provocò all'epoca un vero e proprio terremoto nei media britannici, già violentemente contro i Duchi del Sussex, e infuriò la linea dinastica dei Windsor (Elisabetta, Carlo, William), perché non negoziato.
Com'è andata lo sappiamo tutti: da marzo Harry e Meghan non sono più membri attivi della Famiglia Reale, non possono usare il trattamento di Altezza Reale, che però hanno mantenuto, così come hanno mantenuto il loro patrocinio alle associazioni di cui si occupavano, il principe ha perso i titoli militari (e questa è la cosa per lui più dolorosa). Stabilitisi in California, i Duchi hanno firmato recentemente contratti con Netflix e Spotify, per produzioni audiovisuali e podcast su diversi temi, legati soprattutto ai loro interessi per una società sempre più inclusiva, l'ambiente, i diritti delle donne e delle minoranze.
L'accordo raggiunto con la Famiglia Reale prevedeva una durata di 12 mesi, dopo i quali sarebbe stato rivisto per controllare fosse compatibile con la posizione dei Duchi all'interno della Casa Reale. Dal Regno Unito rimbalza in questi giorni la notizia, riportata dal tabloid The Sun, che il principe Harry potrebbe tornare in patria per rinegoziare l'accordo con la regina, il padre e il fratello, con i quali, nonostante continui la violenza mediatica contro di lui, si sente regolarmente, con toni molto più pacati di quanto raccontino i media (così dice a The Sun Andrew Morton, che fu biografo di Lady Diana). I Duchi vorrebbero un accordo permanente e non rivedibile dopo ulteriori 12 mesi, ma per garantirglielo i membri senior della Famiglia Reale, ovvero la Regina, il Principe del Galles e il Duca di Cambridge, si concentreranno proprio sui contratti con le multinazionali, per verificare che davvero rispettino "i valori promossi dalla Regina" e che siano compatibili con l'appartenenza alla Famiglia Reale dei Duchi (e questa cosa è la più incomprensibile di tutte: pure spogliato di ogni titolo e altamente umiliato, Harry sarà sempre nipote, figlio, fratello e zio di un sovrano del Regno Unito, il sangue, che è la base della monarchia, è del secondogenito del futuro re d'Inghilterra ed è questo, non i titoli reali, a suscitare l'interesse intorno a lui).
Nelle intenzioni di Harry e Meghan, c'è la richiesta di mantenere il patrocinio delle associazioni, con cui lavorano regolarmente anche dalla California. Il principe ha recentemente vinto una causa contro il Daily Mail, costretto a scusarsi pubblicamente per aver scritto a ottobre che da quando ha perso i titoli militari si disinteressa dell'esercito e delle associazioni militari. Toccate (quasi) tutto a Harry, ma non il suo attaccamento al mondo militare, nel quale ha servito per anni la Regina e il Regno Unito: oltre a scusarsi, il Daily Mail ha fatto anche una donazione alla Fondazione degli Invictus Games, voluti da Harry per onorare i militari feriti durante il loro servizio. Sia Harry che Meghan tengono a continuare il proprio lavoro con le associazioni che seguono, anche come presidente e vicepresidente del Queen's Commonwalth Trust (dai tabloid si era elevata la richiesta di spogliarli di questo titolo). Tutte le associazioni consultate dal Sun sostengono che i principi hanno continuato a collaborare e a interessarsi delle attività "come sempre", compresa "una fonte del Teatro Nazionale", di cui Meghan è madrina, ha assicurato che non è vero che abbia "abbandonato il suo patronato durante la pandemia" e che è sempre rimasta in "contatto regolare" con i responsabili.
L'accordo tra i Duchi del Sussex e la Casa Reale, ipotizzano i media britannici, potrebbe essere rivisto alla sua scadenza, in primavera, in presenza di tutti. Harry vuole tornare in patria per il compleanno della regina, che compirà 95 anni il 21 aprile e intende essere presente anche ai 100 anni del principe Filippo, a giugno, e all'inaugurazione della statua di sua madre Diana, nei giardini di Kensington Palace, a luglio, per ricordare il suo 60° compleanno. Sarà un'occasione anche per far vivere Archie con la famiglia paterna, che non ha più visto da novembre 2019, non essendo mai più tornato da allora nel Regno Unito. Secondo i calcoli dei media, covid-19 permettendo, Harry e Meghan dovrebbero passare a Londra una lunga stagione, cosa che potrebbe aiutare sia il negoziato, sia la ripresa dei rapporti familiari.
Racconta sempre Andrew Morton che Harry vede regolarmente la nonna in videochiamata e ha ripreso con lei i rapporti affettuosi interrotti dall'annuncio dell'abbandono. Il principe avrebbe riconosciuto che l'annuncio via web della decisione di lasciare la Famiglia Reale, senza prima parlarne con la regina (ma in realtà il tentativo c'è stato, ampiamente boicottato dai segretari di Palazzo, che hanno cercato di impedirlo rimandando un incontro tra nonna e nipote a fine gennaio) sia stato un errore. Ma non sarebbe pentito della decisione presa e sarebbe "molto felice della vita in California e delle opportunità che si sta creando". Ripresi anche i rapporti con il padre Carlo e con il fratello William, con cui, hanno scritto recentemente i media britannici, c'è stato anche uno scambio di regali familiari per Natale. Da parte della Famiglia Reale, dice ancora il biografo reale, "non ci sono piani per cacciarli o togliere loro i titoli".
Interessante la conclusione dell'articolo del Sun, che riporta le parole di Robert Lacey, autore del libro sui rapporti tra William e Harry, Battle of brothers, ha aggiunto: "Harry è il primo spare ad aver trovato una soluzione alla propria condizione di secondogenito. Normalmente viene detto loro di uscire e fare una vita propria. Ciò si è rivelato crudele per la principessa Margaret e per il principe Andrea, ma Harry ha risposto. William ha optato per il dovere mentre Harry ha optato per l'amore". Concettualmente si può essere in larga parte d'accordo, ricordando che William non aveva scelta e aveva un destino preciso, il trono, Harry non aveva un ruolo e sarebbe stato mano a mano più lontano dalla linea dinastica, così ha scelto di crearselo in modo autonomo.
I Duchi, intanto, hanno vinto due battaglie nella loro lotta contro l'invadenza e le fakenews dei tabloid. Meghan ha vinto contro le agenzie che l'avevano fotografata in un bosco nei dintorni di casa nel Canada, un anno fa, mentre passeggiava con il figlio a tracolla e due cani della famiglia; entrambe le agenzie hanno promesso che non la fotograferanno più nelle sue attività private; Harry, si è già detto, ha costretto il Daily Mail a scusarsi, per aver scritto che non si è più interessato alle attività delle associazioni militari di cui è padrino. E, a quanto pare, leggendo il Sun, tante sono le bugie scritte nel Regno Unito circa la cura dei Duchi per le associazioni di cui sono padrini, per rovinare la loro reputazione.
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Mentre leggevo l’articolo ho, ancora una volta, riflettuto sul doppio standard a cui sono soggette alcune persone (loro, ma anche Letizia): possono fare qualsiasi cosa, essere anche lodati, ma non vinceranno mai agli occhi della maggioranza. Quella stessa maggioranza che da altri si aspetta meno o che nei confronti di altri è molto più tollerante.
RispondiEliminaRiflettevo, inoltre, su come solo in Gran Bretagna il secondo figlio non abbia la libertà di lavorare e costruirsi un proprio futuro, nonostante il fallimento dell’esperienza Andrea; questo conferma la mia idea di istituzione anchilosata, incapace di adeguarsi ai tempi e ai sentimenti delle persone (e, secondo me, non regge l’obiezione che la monarchia si regge sull’essere sempre uguale a se stessa, perché un’istituzione si regge sul consenso dei cittadini e sulla capacità di coglierne gli Stati d’animo, altrimenti è inerzia e l’inerzia può venir meno da un momento all’altro).
E sono contenta abbiano vinto le cause con i media, ché le fake news e la violazione sistematica della privacy sono tra le minacce alla democrazia!
Il problema dei secondogeniti ha caratterizzato tutto il regno di Elisabetta: da Margaret ad Andrea fino a Harry, la regina non ha saputo gestirne uno. Harry ha fatto una scelta molto forte, secondo me la sua idea originaria, un po' alla Carl Philip di Svezia, era molto interessante, soprattutto in UK, dove William non avrà nessuno con cui condividere l'agenda fino a quando i figli non raggiungeranno la maggiore età e non termineranno la loro formazione. Gli è stato negato essere un principe con agenda part-time e con possibilità di redditi autonomi che non mettessero in imbarazzo la Casa Reale, per me poteva essere un interessante terreno di esplorazione. E se non risolvono il problema con Harry, si riproporrà con Louis (più che con Charlotte). Sarà interessante vedere come negozieranno il nuovo accordo, essendosi anche calmate le acque nei rapporti familiari.
EliminaCi sono personaggi che non vinceranno mai perché le opinion pubbliche sono facilmente manipolabili e sono state sapientemente lavorate "contro" da media e da social con atteggiamento molto populistico (anche Letizia, se penso a certe trasmissioni trash spagnole). Su Letizia ci sono ripensamenti in corso, grazie alla caduta di re Juan Carlos, magari succederà anche per i Sussex, anche se per me, sinceramente, in questo momento è soprattutto importante avere uno spazio in cui parlare di loro e delle loro attività senza la violenza dei tabloid, senza il tifo da stadio, penso sia necessario ed è la cosa a cui tengo di più. 🙂
Ciò che non capisco è perché solo in UK non sia stato possibile trovare un modo per far convivere le due anime. Mi sembra che nelle altre monarchie funzioni bene questa convivenza!
EliminaComunque, alla fine della fiera, io sono super incuriosita dai loro progetti!!
Pure io, non fosse stato per il covid, mi sa che sarebbero già operativi da mesi; spero che mettano presto in funzione social e sito, così si potranno seguire molto più facilmente!
EliminaCiao, non so se non hai pubblicato il mio commento perché lo hai giudicato inadeguato o perché ho sbagliato qualcosa nel tentativo di pubblicarlo ( la mia inesperienza in merito è drammatica), perciò ci riprovo: dietro ogni monarchia c’è, credo, un apparato di burocrati con mentalità molto ristretta che tende a mantenere lo status quo. L’esempio più eclatante è il Giappone, ma credo che l’Inghilterra venga subito dopo, non fosse altro che per l’antichita’ dell’istituzione. Credo che gran parte della colpa di quello che è successo (compreso il “ colpo di testa” dell’annuncio improvviso) sia di queste persone che guidano la monarchia e stabiliscono tra l’altro, chi può parlare con chi e quando. Come dice Angelica c’è una mancanza di lungimiranza in tutto ciò che è catastrofica: non siamo più ai tempi del re Sole in cui il fratello minore veniva fatto giocare con le bambole perché non avesse da grande velleità sul regno ( sorvolando sui risultati di questo tipo di educazione), i Sussex non andavano “abbattuti” perché popolarissimi ( trovo difficile credere che il linciaggio mediatico improvviso sia venuto su dal niente), certo non aspiravano al trono ,ma sicuramente volevano cambiare qualcosa. Ecco questa resistenza verso il nuovo ed il diverso è una cosa da temere ed osteggiare in tutti i modi. La sorta di punizione a cui Harry è stato sottoposto ( ah vuoi fare a modo tuo? Allora non sei più altezza reale, ti tolgo i gradi militari ecc. ecc.) è ridicola e fuori luogo. Purtroppo è stato fatto un buon lavoro in termini di discredito, difficile rimediare, ma io lo trovo veramente assurdo
RispondiEliminaCondivido su tutta la linea, la reazione della Casa reale è sembrata più una ripicca personale che una strategia ragionata
EliminaNon avrei avuto motivo di non pubblicarlo, Rosi, è che non è proprio arrivato un tuo commento da moderare, a parte questo che ho pubblicato. Tengo a dire che finora ho pubblicato tutti i commenti arrivati su tutti gli articoli e ne sono molto contenta.
EliminaCondivido l'impressione circa il ruolo dei funzionari di Palazzo, che sono stati i più rigidi nell'esigere le varie rinunce di Harry (e sono anche quelli che hanno impedito l'incontro tra Harry e la regina, rimandandolo fino a fine gennaio 2020, nonostante l'urgenza del principe). A volte mi chiedo se sarebbe la stessa cosa con un re più giovane o se il sovrano sarebbe comunque "vittima" di quest'apparato interno. In Spagna, dove c'è la monarchia che conosco meglio, non ho l'impressione di un re controllato; Felipe, seppur circondato di consiglieri, decide e soppesa, difficile qualcuno possa fare qualcosa "all'insaputa del re" (penso alla corona di fiori negata a Harry il Giorno della Memoria e la regina non ne sapeva niente, hanno detto poi).
Una delle ragioni per cui mi oppongo in tutti i modi ai toni da tabloid nei commenti e per cui, come ho scritto in passato nella pagina Facebook "non sarò mai complice della scientifica distruzione della reputazione dei Duchi" è nelle tue parole: "Trovo difficile credere che il linciaggio mediatico improvviso sia venuto su dal niente". Anch'io ho forte difficoltà a crederci, per le tue stesse ragioni; e per forma mentis mi incuriosisce di più chi cerca e sperimenta, magari sbagliando, che chi rimane rigidamente ancorato al passato e osteggia in tutti i modi il nuovo (sarà anche per questo che tra le diverse monarchie europee quella britannica è tra quelle che seguo con meno passione? penso di sì).