Il messaggio natalizio più visto da quando re Felipe VI è salito sul trono: oltre 10,7 milioni di telespettatori sparsi tra le 29 catene televisive che hanno trasmesso il video per una percentuale del 71% delle persone che stavano guardando la tv (l'anno scorso erano stati 7,5 milioni di telespettatori con un rating del 65%). Il discorso del re spagnolo è stato anche il più visto dal 1993, da quando, cioè, si registrano i dati di ascolto dei programmi televisivi.
Il perché di questo successo è presto detto: tutti si aspettavano le parole del sovrano in merito agli scandali finanziari di suo padre, re Juan Carlos I. Nei giorni precedenti, i media avevano insistito sulle difficoltà tra la Zarzuela e la Moncloa, la prima decisa a slegare il discorso natalizio dai problemi giudiziari del re, la seconda, che subiva anche le pressioni dell'alleato di governo repubblicano Podemos intenzionata a obbligare Felipe a condannare pubblicamente il padre.
Il discorso è stato un compromesso: Felipe ha fatto appello al senso di solidarietà degli spagnoli per ripartire dopo le devastazioni della pandemia e poi solo incidentalmente ha ricordato che sin dall'inizio del suo regno ha affermato che il suo è anche un ruolo di esempio di comportamento, basato su principi etici che non devono tenere conto dei legami familiari né personali. Sufficiente per accontentare i repubblicani? No, infatti il discorso del re è stato criticato da nazionalisti e, per l'appunto, aspiranti repubblicani. Ma ha entusiasmato i media conservatori, che difendevano l'autonomia del sovrano dalle pretese del Governo e parlano di Felipe come di un vero Rey.
Bello l'editoriale pubblicato da Vanitatis di El Confidencial, in cui si sottolinea come le parole del re, sui principi etici più importanti dei legami familiari siano una dichiarazione di principio che non si è mai ascoltata in modo così esplicito in nessuna monarchia (e non si dimentichi che a causa dei suoi scandali re Juan Carlos non solo rischia di essere processato, ma sta anche vivendo all'estero, in una sorta di esilio). "E dicono che non ha detto niente? Per un re mettere la morale al di sopra della famiglia ed esprimerla esplicitamente non solo è più di niente, ma è anche molto di più di quanto ci si aspetterebbe da un membro di una dinastia reale. Infinitamente più di quanto qualunque monarca, toccato nella sua Casa dall'ombra della corruzione, abbia persino mai accettato di pensare. Avevamo visto molti sovrani sacrificare i propri familiari per i più svariati interessi, ma mai per etica e principi. Il re ha detto tanto che il suo discorso è stato la firma di tre colpi, tre fatti incontestabili in questo anno sfortunato, anche per la Corona: il ripudio esaustivo del padre del mese di marzo, il suo esilio forzato in agosto, e il rifiuto al suo ritorno. in dicembre". Questo è l'incipit, leggetelo tutto su www.vanitatis.elconfidencial.com/
In alto, da youtube, il video del messaggio del re; su casareal.es, invece, il testo in spagnolo.
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Tra le cose che mi spaventano maggiormente ci sono il giustizialismo e la violenza, qualunque forma essa assuma. La pubblica condanna, a mio avviso, è espressione sia dell’uno che dell’altra e non fa altro che fomentare gli istinti più beceri
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo. Anche per questo secondo me Felipe ha scelto la formula migliore per smarcarsi dal padre e per mantenere la dignità che il suo ruolo implica.
EliminaIndubbiamente Felipe sta svolgendo il suo ruolo in modo impeccabile, aiutato dalle “sue donne”, penalizzato in modo incredibile dalla famiglia d’origine. Purtroppo oggi il mondo è popolato soprattutto di haters, ognuno può e vuole dire la sua, gettare fango è lo sport più popolare ( dovrebbero farne disciplina olimpica!), e lo scotto da pagare per gli errori della sorella e del padre è alto. È vero che fa molta rabbia pensare che dei privilegiati giochino sporco e non si accontentino di ciò che già hanno, dispiace che l’irreprensibile re ne debba fare le spese, ma che le colpe dei padri ricadano sui figli...è storia vecchia.
RispondiEliminaHo sempre pensato che ci sia una categoria di persone ( tra cui i reali) che vivono al di fuori della realtà, sicuri di restare impuniti e che un po’ tutto sia loro dovuto per nascita ed educazione. Oggi però i nuovi mezzi di comunicazione rendono più difficile questa impunità e loro devono farci i conti in qualche modo
Condivido, anche se penso che JC e Inaki siano espressione di quella classe politica e dirigente che riteneva di poter usare e sfruttare la res publica come res privata, traendone benefici personali a discapito della collettività. Era una mentalità ben radicata e che solo ora inizia a cambiare.
RispondiEliminaL’importante è che non ci siano giustizialismi e/o sensazionalismi, perché sono quanto di più distante e diverso dalla giustizia.
Nonostante tutti gli scandali più o meno scatenati e le pressioni varie - repubblicane, indipendentiste e critiche estreme - è un capo di stato davvero con una notevole forza di carattere. Perché dover affrontare problemi tali che ti "costringono" a dover mettere il punto anche con la tua famiglia d'origine richiede un forte senso di responsabilità verso il Paese e il ruolo ma anche tanta forza d'animo. In un articolo, credo su Vanitatis, scrivevano pochi giorni fa che Felipe era in qualche modo costretto a scegliere tra il passato del padre e il futuro della figlia. È come se a lui fosse toccato un ruolo da bilancia delicato ed essenziale in cui non si può permettere passi falsi. Mi dà l'idea di un re che deve ricostruire, modificando e rinforzando là dove serve, le fondamenta stesse della loro monarchia (o almeno di come viene percepita) per poter lasciare in eredità alla figlia una situazione stabile ma soprattutto con quei principi etici e morali che lo stanno sostenendo ora. Ogni volta che lo vedo agire (e con lui la moglie) mi dà questo pensiero.
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